Un altro capitolo importante in Italia è la displasia dell’anca. Questa malformazione può essere affrontata ottenendo con ottimi risultati. Vengono utilizzate  protesi costruite appositamente  con modularità particolari.

L’ artrosi coxofemorale post traumatica tipica nei giovani, di cui ho una vasta casistica, deve essere affrontata con tutti i materiali  a disposizione per correggere le possibili deformità post traumatiche e dare anche in questo caso un ottimo risultato funzionale.

Ovviamente in questi casi è sempre opportuno un colloquio con il paziente per condividere insieme le scelte che verranno fatte. Questo punto a mio avviso è sempre importante in ogni caso, anche nei primi impianti, perché bisogna sempre considerare che per quanto per noi chirurghi sia apparentemente tutto semplice, il paziente può essere giustamente timoroso di fronte all’ipotesi di un’operazione e di una sostituzione di articolazione. Timore dovuto anche al fatto che la propria vita possa cambiare in seguito all’intervento.

Bisogna quindi stabilire un rapporto chiaro e di fiducia assoluta con il paziente, spiegando ogni particolare e chiarendo ogni suo dubbio. 

In oltre 25 anni di attività, non mi sono occupato solo di chirurgia protesica, ma ho maturato una grossa esperienza anche nel campo della prevenzione dell’artrosi valutando le deformità congenite o acquisite ed eseguendo interventi correttivi per prevenire il consumo delle articolazioni, in particolare, le correzioni dell’asse degli arti inferiori (osteotomie correttive) e le correzioni a livello rotuleo (trasposizioni) per il ginocchio. Interventi che, grazie al loro buon fine, hanno evitato successive operazioni arto protesiche.

Lavorando in un General Hospital ho acquisito esperienza nel trattamento chirurgico e non delle patologie fratturative di tutti i distretti corporei.